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Alla scoperta del lato umano dell’Intelligenza Artificiale con l’Università Cattolica

È stato da poco presentato ‘Humane Technology Lab’, un laboratorio in cui dialogheranno le diverse competenze dell’Ateneo sul tema dell’Intelligenza Artificiale. Con un approccio multidisciplinare, si tenterà di rispondere a molte domande del nostro tempo su questa particolare tecnologia, lo smartworking e la didattica online. 

La proposta dell’Human Technology Lab

A spiegare il laboratorio ci pensa Giuseppe Riva, direttore dell’Humane Technology Lab dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il docente di psicologia generale parte dalla pandemia che ha investito il nostro paese e che ha “portato a un aumento del dibattito su che cosa vuol dire vivere online”.

Dibattiti e riflessioni in cui bisogna insistere anche sul lato etico, visto che secondo Riva “c’è in gioco non soltanto la massimizzazione del profitto ma anche la dignità degli utilizzatori e il rispetto dei loro diritti fondamentali. L’idea di fondo del Laboratorio, che esplora il rapporto tra intelligenza artificiale e vita quotidiana da una prospettiva umanistica – continua il docente – è offrire un punto di vista che tenga conto della dimensione umana”.

L’Human Technology Lab si inserisce quindi in questo grande dibattito, con l’intenzione di donare contributi scientifici. Di questi, potremmo avere un primo esempio giovedì 10 giugno, ore 18, in diretta streaming all’incontro “Esiste una saggezza digitale?” In cui interverranno Giuseppe Riva e Ciro De Florio (docente di logica e Filosofia della Scienza) insieme a due esperti a livello internazionale di Intelligenza artificiale, quali Lucilla Sioli e Nicola Palmarini.

“Partendo dal riconoscimento della dignità umana, ossia che ogni utilizzatore della tecnologia è una persona e in quanto tale ha proprie emozioni, propri obiettivi, proprie aspirazioni, il lavoro del Laboratorio si concentrerà su due aspetti: da una parte, la tecnologia cosiddetta positiva, per capire quale benessere può produrre sulla collettività e sulla società nel suo complesso. Dall’altro, sapendo che la tecnologia può essere invasiva e avere impatti negativi, identificare i problemi e trovare a breve termine soluzioni a scopo preventivo” – conclude Riva.

Fonte: Cattolica News

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