
Il voto di laurea
Il voto di laurea è sicuramente frutto dell’andamento dell’intera carriera universitaria, da cui dipende il cosiddetto ‘voto di partenza’, ma anche di una serie di variabili che assumono un’importanza diversa in ciascuna università.
Il voto di partenza è direttamente ricavato dalla media ponderata, cioè dalla media dei voti in base al numero di CFU attribuiti ai vari esami. Infatti il voto degli esami incide in maniera diversa sul voto finale in ragione del numero di crediti cui ciascuno di essi corrisponde. Insomma, prendere un buon voto ad un esame da 12 CFU è meglio che prendere un ottimo voto ad un esame da 6 CFU.
In termini pratici, per calcolare la media ponderata bisogna:
- moltiplicare il voto di ogni esame per il numero dei CFU dell’esame stesso;
- sommare i risultati;
- dividere la somma per il numero totale dei crediti.
Poi, per passare dalla media ponderata al voto di partenza basta:
- moltiplicare la media ponderata per 11;
- dividere il risultato per 3.
Dato il voto di partenza, in sede di laurea la commissione valuta una serie di altri fattori secondo le indicazioni dell’ateneo. In alcune università, ad esempio, si attribuisce un certo numero di punti alle lodi oppure agli scambi internazionali. In ogni caso è fuori discussione l’importanza della tesi e la sua esposizione.
A tal proposito assume rilievo la distinzione tra tesi compilativa e tesi sperimentale: nel primo caso il tesista sceglie un determinato tema e, forte dei suoi studi, espone il proprio punto di vista rielaborando, confrontando e sintetizzando del materiale già esistente (libri, articoli, ricerche); nel secondo caso invece, è lo stesso studente ad analizzare un fenomeno oppure un problema esistente e a proporre una propria inedita soluzione, servendosi di esperienza sul campo e lavoro pratico.
In ragione del maggior tempo richiesto per l’elaborazione di una tesi sperimentale, questa opzione è spesso premiata con un punteggio più alto, ma la scelta tra l’uno e l’altro tipo non può limitarsi ad una valutazione di tipo quantitativo perché anche in questo caso bisogna sempre tener conto del tempo a disposizione, delle prospettive lavorative e soprattutto dei propri reali interessi, così da presentare un lavoro originale e sicuramente personale.