
Ingegneria Aerospaziale all’Università degli Studi di Napoli Federico II
Il Corso di Studi in Ingegneria Aerospaziale ha l’obiettivo di formare ingegneri per un contesto internazionale altamente competitivo e interdisciplinare, con elevati contenuti tecnologici e in continua evoluzione. Gli studenti nel percorso di studi triennale ricevono una solida formazione in specifiche aree culturali quali la fluidodinamica, la meccanica del volo, le strutture e le tecnologie aerospaziali, gli impianti e i sistemi aerospaziali, la propulsione aerospaziale. L’insieme di tali tematiche consente di comprendere le fenomenologie e di acquisire le conoscenze che sono alla base della formazione di un ingegnere aerospaziale.
Alla fine del percorso gli studenti assimilano i requisiti particolarmente stringenti dell’ingegneria aerospaziale: elevata efficienza aerodinamica, prestazioni elevate, operatività in ambienti e situazioni critiche, riduzione dei pesi con attenzione alla sicurezza e all’affidabilità.
Il corso di Laurea è articolato in tre anni organizzati in semestri. Alcuni insegnamenti sono annuali ma suddivisi in due semestri.
Nel primo anno, gli insegnamenti sono comuni alle lauree affini nel settore dell’ingegneria industriale, offrendo una conoscenza adeguata degli aspetti metodologici e operativi delle scienze di base (matematica, fisica, chimica, informatica).
Nel secondo e nel terzo anno agli studenti vengono fornite le nozioni fondanti dell’ingegneria aerospaziale, affrontando prevalentemente insegnamenti caratterizzanti della formazione aerospaziale quali aerodinamica, gasdinamica, sistemi aerospaziali, meccanica del volo, strutture e propulsione aerospaziale.
Nel terzo anno, gli studenti hanno l’opportunità di specializzare le proprie conoscenze, anche in vista degli eventuali approfondimenti nel successivo percorso di laurea Magistrale, con una serie di corsi elettivi, alcuni dei quali svolti in specifici laboratori. Il corso di laurea prevede un giusto equilibrio tra discipline di base, affini, integrative, nonché approfondimenti nello specifico settore professionale. Inoltre, lo studente è invogliato a prendere parte ad attività di team-working o integrative fuori dal consueto schema dei corsi.
I laureati in ingegneria aerospaziale hanno la possibilità d’inserirsi nel mondo del lavoro in settori molto specialistici e a tecnologia avanzata, in particolare nel campo aerospaziale, oppure di proseguire con efficacia gli studi verso il successivo livello di laurea Magistrale.
Nello specifico, gli sbocchi occupazionali classici del laureato in Ingegneria Aerospaziale sono: l’industria aerospaziale, le industrie di costruzione ed esercizio di mezzi di trasporto veloci, gli enti e le aziende per la produzione e l’esercizio di macchine, impianti e apparecchiature dove sono rilevanti la fluidodinamica, le strutture leggere, la capacità di modellazione avanzata, il controllo dei sistemi, le tecnologie avanzate, gli enti di certificazione in campo aerospaziale e di controllo del traffico aereo, o l’aeronautica militare e settori aeronautici di altre armi, le aziende per l’utilizzo a fini applicativi di sistemi aerospaziali (dalle compagnie aeree alle aziende per la ricerca sul territorio).
Innanzitutto vogliamo chiederti: quando hai deciso di scegliere ingegneria aerospaziale?
E perché la Federico II di Napoli?
“Allora, inizialmente ero del tutto indecisa tra Medicina e Ingegneria Aerospaziale. Mi resi conto che di Medicina, mi piaceva solo l’idea di voler fare il medico, e che non avrei voluto abbandonare materie come Matematica e Fisica, per cui mi sento portata. Ho avuto la fortuna di conoscere Gianmarco Valletta, che dirige una pagina umoristica “Ingegneria del suicidio”, a cui chiesi come prima cosa: «Il fatto che provengo da un classico mi penalizzerà?». Al tempo mi disse di no, e ora che sono al secondo anno posso solo che confermare. Se ho scelto come ramo Aerospaziale, è perché sono sempre stata affascinati dagli aerei, ma c’è da dire che oltre all’ambito aeronautico, in questo tipo di facoltà, è trattato anche l’ambito più prettamente spaziale (per esempio satelliti, space shuttle ecc.) La Federico II gode di ottima fama, tanto è vero che ingegneria aerospaziale della Federico II è risultata 1 in Italia e 18esima al mondo secondo la classifica ARWU. Dal mio punto di vista, posso dirti che la Federico II, dopo aver sperimentato in prima persona la competenza e la conoscenza dei professori, è degna della sua fama. Sì, ovviamente, ci sono sempre quei professori che ti faranno sudare un esame, ma deriva comunque dal fatto che credono in quello che fanno e di conseguenza pretendono, inoltre credo contribuisca al percorso di crescita personale”.
Come è stato l’impatto con l’università i primi mesi?
“Allora, col senno di poi, mi sento di dire che il primo semestre del primo anno di università mi è servito per capire come gestire gli esami e come organizzarmi. È vero la maggior parte delle persone proviene dallo scientifico, le mie stesse amiche di università vengono da uno scientifico, ma onestamente non ho riscontrato grande differenza. Al massimo loro erano avvantaggiate in esami come Analisi 1, poiché l’ultimo anno di scientifico abbraccia la maggior parte di quegli argomenti, ma non tutti; ma onestamente non mi sono fatta demoralizzare più di tanto da questa cosa, perché i professori iniziano i programmi dall’inizio, dalle basi. Poi uscita dal classico, ero già abituata a studiare tanto, ad avere tanti metodi di studio in base alle materie che studiavo…”.
Bene, nella scelta ti è stata utile l’offerta formativa proposta dal sito web della Federico II?
“Il sito ti esplica il percorso di studio, con i dovuti esami da fare, e quando si tengono gli open days. Poi da sola, grazie a un’amica, scoprii che c’era anche un test di ingresso (TOLC), che invito assolutamente a fare, perché è vero che non è obbligatorio, ma il superamento del TOLC ti permette di dare qualsiasi esame, invece se non lo fai o non lo passi devi dare come primo esame obbligatoriamente Analisi 1”.
Mi hai già nominato diverse volte l’esame di analisi 1, notoriamente uno dei più difficili da affrontare. Quindi ti chiedo: esame più semplice e esame più difficile?
“Allora, sono solo al secondo anno e ti dico che, oggettivamente parlando, il più difficile mi sembra Aerodinamica, sia per la vastità del programma sia per la difficoltà degli argomenti, però anche Analisi 2 ha un programma molto vasto. Soggettivamente parlando, Disegno Tecnico è stato semplice”.
Ultima domanda: in periodo di quarantena e di didattica a distanza la tua Università ha soddisfatto le tue aspettative?
“I professori si sono organizzati nel senso che si sono tutti muniti di tavolette grafiche perché in una facoltà come ingegneria è necessario l’utilizzo della lavagna, dato che non sono solamente semplici spiegazioni ma per la maggior parte delle volte sono dimostrazioni e quindi è molto utile l’utilizzo della lavagna. Quindi per fortuna ci siamo trovati bene e ho trovato una modalità molto comoda in realtà per me perché comunque solitamente impiego due ore per arrivare in sede e andare a seguire, per cui ovviamente mi sono risparmiata tante ore di viaggio in treno e in metropolitana ed è stato molto comodo”.