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L’Università per Badanti all’Umanitaria di Milano

La Società Umanitaria di Milano, assieme all’Associazione Aps Centro Studi Cure Domiciliari onlus e alla Scuola Superiore “P.M.Loria”, è pronta all’inaugurazione di una nuova realtà formativa che a noi sembra, decisamente, un grande passo avanti in direzione del benessere degli anziani e delle persone non-autosufficienti, nonché dell’inclusione di tante/i straniere/i impegnate nel difficile e delicato campo professionale dell’assistenza.

L’assistenza ad un anziano, o ad una persona non auto-sufficiente, è una professione delicatissima, che richiede conoscenze e passione. E, a nostro avviso, son proprio le competenze ciò a cui aggrapparsi nelle situazioni più difficili, eppur quotidiane, a cui vanno incontro coloro che (stranieri ma non solo) si trovano a dover sostenere 24 ore su 24 una persona fragile, nel domicilio di quest’ultima, senza alcun altro aiuto se non la propria professionalità. Problemi come quello dell’igiene, ad esempio, o della gestione puntuale delle cure farmacologiche di soggetti “difficili”, e tanto altro ancora, non possono essere affidati soltanto alla “passione” o alla buona volontà delle/dei badanti. C’è bisogno di sapere cosa fare, e sapere con quali mezzi farlo. E questa è proprio la mission dell’Università per Badanti della Società Umanitaria di Milano.

La struttura del corso all’Università per Badanti: competenze infermieristiche

Il coordinamento del progetto è nelle mani del professor Daniele Gallo, “creatore” e direttore di tanti corsi post-universitari dell’Umanitaria. Il percorso formativo e professionale voluto fortemente dal professor Gallo prevederà 200 ore di lezione, workshop, seminari, con l’idea di fondo che l’iter di “cura di un anziano” costituisca, in fondo, una scienza da comprendere, con una serie di nozioni che non possono essere apprese soltanto sul campo. Afferma, nello specifico, Gallo: «Molte [persone che hanno bisogno di assistenza] trovano badanti che si prestano con grande cuore, ma senza avere particolari competenze. Noi ci occuperemo di dare le nozioni geriatriche, riabilitative, infermieristiche di base per saper fare un’iniezione e cambiare un catetere».

Competenze “di relazione”

Altro concetto fondamentale, nell’ambito di presentazione del corso, è quello che riguarda la “socialità”. Anch’essa, potremmo dire, non è una dimensione che può essere lasciata all’indole della persona che assiste. Si potrebbe obiettare che la passione per la cura è un “talento”, e non si impara. Eppure questo percorso formativo vuole “educare” anche alla relazione. Dopo le 200 ore di corso i fruitori del programma formativo dovrebbero essere più capaci di conoscere l’anima di un anziano, come spiegano i responsabili della Società Umanitaria. Aggiunge ancora Gallo: «La badante non deve essere un corpo estraneo, ma diventare parte integrante della famiglia. Toccheremo i temi della relazione umana, dell’ascolto reciproco, di una socialità che non deve essere persa anche per chi non è autosufficiente, quindi anche mediando tra culture diverse». La relazione interculturale sarà, ovviamente, una delle colonne portanti del cammino formativo.

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