
Parchi tecnologici: nuove frontiere universitarie
Per “parco tecnologico”, o “polo tecnologico”, s’intende un’area che raggruppa dipartimenti universitari e sedi di diverse aziende con vocazione tecnologica e di ricerca. Alla crescita di queste “cittadine” della scienza è stata dedicata una sessione nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento, in cui docenti e ricercatori delle facoltà trentine hanno sottolineato l’enorme “impatto culturale” dei “parchi” per uno “sviluppo dei saperi”, in un’area con struttura industriale relativamente limitata.
Ultimamente, il dibattito sulle risorse di energia “non rinnovabili” (petrolio, gas naturale, ecc.) o “limitate” (ad esempio l’acqua) è serratissimo. Più in generale, però, è ora la discussione sulla consumabilità drammatica delle fonti di vita nel nostro pianeta a tenere occupata la comunità scientifica. Il consumarsi e terminare, riferito agli elementi naturali che permettono la stessa vita, è diventato uno spettro per il nostro futuro, sicchè l’attenzione riservata al consumo delle risorse ha “superato” di gran lunga quella riservata al consumismo, come atteggiamento nei confronti della merce e dei beni, che dagli anni ’70 in poi era stato il fenomeno più demonizzato. Ma la new economy ha, già da tanto, modificato alcuni modi del pensiero e del linguaggio, trasformando alcuni “beni” apparentemente “impalpabili”, come il sapere/i saperi, in “fonti concrete di produzione e consumo” ugualmente reali ma di funzionamento opposto: più i saperi si “consumano”, più si moltiplicano. E più sono i saperi, più sono le possibilità di salvare le risorse materiali del pianeta.
Parchi tecnologici: il “cambio di paradigma”
Docenti e ricercatori dei Poli Universitari di Rovereto e di Trento hanno sottolineato, durante il Festival dell’Economia di Trento, proprio l’assoluta materialità, in un certo senso, di quella che definiscono la “risorsa primaria”: il sapere. E hanno battuto, concettualmente, proprio sul “segno opposto” del funzionamento di tale risorsa, rispetto a tutte le altre: più si “utilizza” sapere, più se ne “produce”. La conoscenza, hanno indicato gli studiosi, crea altra conoscenza. E non si tratta di un bizzarro “passaggio” da un discorso economico ad un argomentare “filosofico”: il sapere è davvero, da quando esiste l’uomo sulla terra, la prima risorsa energetica del globo, senza la quale non si sarebbe potuto ottenere neanche il fuoco per riscaldare i cibi e resistere al gelo delle notti. Il sapere/i saperi deve/devono far parte di un “nuovo paradigma” energetico. I Parchi tecnologici sono uno dei “modi” di diffusione naturale di questa risorsa.
I nuovi settori dell’ incontro con i saperi” in Trentino
«Bisogna trasformare l’innovazione in impatto» ha affermato Marco Baccanti, del Comitato Scientifico Trentino Sviluppo. Ed allora ecco moltiplicarsi le scienze – e i saperi – attorno ai quali si declinerà la “vita” del Parco Tecnologico di Trento e Rovereto. Fino ad ora meccatronica e sostenibilità manifatturiera erano i focus dei “Parchi”. A questi due settori si aggiungeranno la robotica medica e l’informatica, con la tecnologia digitale che in questo periodo di pandemia si è rivelata cruciale per lo sviluppo. Non si può tornare indietro. Né nella tecnologia né nelle conoscenze. Perché i saperi sono energia. Energia concreta.