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Professioni: la domanda calerà, il gap colpirà tutti

È quanto merge da uno studio predittivo sulle professioni ad opera della ManpowerGroup insieme ad altre e importanti aziende. Ad oggi, oltre il 50% della forza lavoro occupata riceverà una battuta d’arresto. La domanda calerà, è solo questione di tempo. Per questo i lavoratori dovranno investire sulla riqualificazione e la riconversione professionale. 

Professioni e percentuali

Lo studio, dal nome “Professioni 2030: il futuro delle competenze in Italia” è basato su tecniche di machine learning che analizzano la domanda di lavoro. È stato condotto in sinergia dalla già citata ManpoweGroup, multinazionale di innovative workforce solutions insieme a Pearson, leader nell’education e EY, leader di servizi professionali. Con lo studio si è dato il via anche a un Osservatorio permanente sul mercato del lavoro. 

Lo studio indica come l’80% delle professioni presenti in Italia muterà quantitativamente da qui a dieci anni. Un terzo della forza lavoro, ovvero il 36%, rappresenta professioni che cresceranno in maniera sensibile. Il 20% delle professioni rimarranno invece stabili, ma un preoccupante 44% decresceranno. Di quelle in crescita, solo una metà è rappresentata da professioni legate alla tecnologia. L’altra, infatti, vede crescere le professioni legate alla cultura, alla comunicazione, ai servizi di cura (sanitario e non), all’insegnamento e alla formazione. 

Questo cosa significa?

Le preziosi percentuali redatte nello studio possono aiutarci a prevedere il gap di laureati che, probabilmente, si andrà a creare fino al 2030. Quel 44% di professioni la cui domanda vedrà una decrescita sono il sintomo di qualcosa di già in atto. Non a caso, infatti, si insiste sul futuro degli studi come una continua contaminazione

Donato Ferri, Mediterranean Consulting and People Advisory Services Leader di EY dichiara “Da questo studio emerge in maniera chiara come la crisi Covid avrà un ruolo chiave nel definire il futuro del lavoro e delle competenze. In questi mesi abbiamo assistito ad un grande fenomeno sociale di sopravvivenza e adattamento che genererà sul mercato del lavoro modifiche permanenti: avremo profili più ibridi, con competenze tecniche (57% delle professioni in crescita sono legate alla tecnologia) e con una crescita di competenze sociali e relazioni, di ascolto, di comprensione; avremo soprattutto più del 50% di nuove professioni che nasceranno con set di competenze che seguiranno dinamiche che si possono anticipare per arrivare preparati. Abbiamo quindi più chiare quali sono le competenze fondamentali e quale sarà la domanda e l’offerta di professioni per settori e per territori.”

L’importanza dell’Osservatorio

A tal proposito Mario Mariani, Amministratore delegato Pearson Italia e Europe ha dichiarato che “l’ingresso dei giovani sul mercato del lavoro è da anni molto difficile; la pandemia in corso – con la perdita di posti di lavoro che ha generato – lo ha reso ancora più complicato. In quanto società education ci poniamo l’obiettivo di aiutare studenti e giovani a formare le competenze necessarie per entrare con successo in un mondo del lavoro che si trasforma incessantemente. Per offrire una formazione sempre al passo coi tempi è indispensabile oggi poter guardare in prospettiva ai cambiamenti dei prossimi anni.”

Infine Riccardo Barberis, Amministratore delegato ManpowerGroup in Italia, ha dichiarato che “oggi, se vogliamo far crescere imprese e occupazione nel lungo periodo, dobbiamo saper anticipare i trend futuri delle professioni e competenze più richieste e dobbiamo saper rispondere ai bisogni delle imprese che nell’arco dei prossimi 10 anni, con l’accelerazione della digital transformation, vedranno radicalmente trasformati i propri modelli di business.

Tutti e tre hanno insistito sull’importanza dell’Osservatorio permanente come strumento per anticipare e comprendere questi trend, a cui lavoratori e studenti dovranno puntare per superare il gap. 

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