
Scienza e Ingegneria dei Materiali alla Federico II
Oggi all’orizzonte diamo uno sguardo all’Università Federico II di Napoli che propone il corso triennale di Laurea in Scienza ed Ingegneria dei Materiali. Ne analizziamo i contenuti e poi ne parliamo con Alessandro, iscritto al primo anno della magistrale che segue questa triennale. Scoprite se questo corso fa per voi!
Qui di seguito le caratteristiche del corso così come sono descritte sul sito dell’università che vi invitiamo a consultare per conoscere tutte le altre specifiche: https://www.unina.it/-/1483882-scienza-e-ingegneria-dei-materiali
Il Corso di Studi (CdS) in Scienza e Ingegneria dei Materiali è un corso interdisciplinare che si propone di formare una figura professionale versatile, in grado di operare a vari livelli nel settore dei materiali grazie a conoscenze integrate di fisica, chimica e ingegneria. Il CdS rappresenta il primo livello di un percorso formativo che prosegue con la Laurea Magistrale in Ingegneria dei Materiali. Durante il percorso formativo, che si articola in tre anni, lo studente acquisisce una solida cultura nell’ambito delle discipline di base (matematica, chimica e fisica), con particolare riferimento alla fisica e chimica dei materiali. Su tali conoscenze si innestano competenze caratterizzanti proprie dell’ingegneria industriale (elettrotecnica, disegno tecnico industriale) e, più specificamente, dell’ingegneria dei materiali (scienza e tecnologia dei materiali, termodinamica dei materiali, tecnologie di trasformazione di materiali). La preparazione è completata da attività affini e integrative (fondamenti di trasporto di quantità di moto, calore e materia, chimica organica, chimica fisica molecolare), che permettono la comprensione del comportamento dei materiali su scala molecolare. Lo scopo delle attività programmate nel corso di studi è di fornire ai laureati gli strumenti per (i) identificare, affrontare e risolvere problematiche semplici tipiche dell’ingegneria industriale, (ii) comprendere e gestire i processi produttivi di diverse tipologie di materiali, (iii) sovrintendere ad attività di laboratorio mirate alla misura delle proprietà e al controllo di qualità di metalli, ceramici, polimeri e compositi. Tali obiettivi si inseriscono in una cornice più ampia, tendente a sviluppare nello studente capacità decisionali e di giudizio autonome, abilità comunicative nei confronti di interlocutori sia specialisti che non specialisti, nonché capacità di apprendimento che ne favoriscano il proseguimento della formazione e l’aggiornamento continuo. Il corso di studi si propone di dotare il laureato in Scienza e Ingegneria dei Materiali di conoscenze che gli permettano di inserirsi con successo nei diversi comparti dell’industria di trasformazione delle varie classi di materiali (metalli, polimeri, cerami, semiconduttori, vetri, compositi) per applicazioni in molteplici settori dell’industria (chimica, meccanica, elettrica, elettronica, delle telecomunicazioni, dell’energia, dell’edilizia, dei trasporti, agro-alimentare, biomedicale, ambientale, dei beni culturali). Altri possibili sbocchi lavorativi sono costituiti dai laboratori e dai centri di ricerca e sviluppo di aziende ed enti pubblici e privati, come pure dalle aziende erogatrici di beni e servizi.
Abbiamo intervistato Alessandro via Facebook in questi tempi di distanza obbligata per conoscere qualche segreto e qualche opinione di chi ha già finito la triennale e ha vissuto questo corso dall’interno.
Ciao Alessandro, in pochissime parole: “Sono uno studente e voglio iscrivermi a Scienza e Ingegneria dei Materiali. Me la consigli? Perché?”.
La consiglio perché riesce a dare un aspetto pratico ai molteplici argomenti trattati durante tutto il corso di Laurea tramite visite in laboratorio in sede o anche tramite visite guidate in alcune aziende per iniziare ad avere soprattutto un approccio pratico con quello che sarà il mondo del lavoro. Inoltre, la consiglio anche perché nel corso degli studi si riesce ad apprezzare lo sforzo ingegneristico applicato ad oggetti anche di uso comune che diamo per scontati.
E se invece volessi scoraggiarmi… cosa mi diresti? Quali sono le difficoltà?
Le difficoltà risiedono ovviamente nel dover essere costante negli studi, ma questa la ritengo essere una difficoltà un po’ comune a qualsiasi corso di studi che si rispetti. In particolare, una difficoltà, ad esempio, può essere quella di riuscire a visualizzare concetti del mondo microscopico attraverso formule matematiche più o meno complesse. Quindi, se non si ha una certa affinità verso la matematica il tutto vi risulterà di difficile comprensione. Importante sarà ovviamente anche la conoscenza della chimica, trattandosi di materiali industriali, che permetterà di riuscire a districarsi bene anche nella visualizzazione, ad esempio, di una struttura polimerica.
A bruciapelo: esame e materia più complicata? Quale invece si passa facile?
Come detto, la difficoltà è soggettiva. Ci sono argomenti che subito comprendi più facilmente di altri. Di sicuro, gli esami dove ho trovato più difficoltà sono stati i primi in quanto è lì che vai a forgiare il tuo bagaglio culturale. Quindi mi vengono in mente i due moduli di Analisi, per esempio, o anche l’esame di Termodinamica in cui si ha a che fare con concetti con cui non si ha a che fare nel quotidiano, e per questo risultano di più difficile comprensione.
La didattica a distanza in questo periodo. La tua università ha soddisfatto le tue aspettative?
Devo dire che l’università sta facendo di tutto affinché i corsi si riescano a svolgere nel miglior modo possibile tramite il software Teams che è di facile utilizzo e permette una buona qualità della lezione. In più si è riusciti anche nell’organizzazione di esami online che hanno permesso agli studenti di non arretrarsi con gli esami con il rischio di avere difficoltà in seguito.
Ultima e ci salutiamo. Una sola parola per descrivere il tuo corso?
Curiosità. Tutto quello che abbiamo studiato, e che stiamo ancora studiando, si basa sulla voglia di scoprire dell’uomo che nel tempo è riuscito a caratterizzare tutto quello che la natura gli ha fornito cercando di trarne il meglio. La curiosità è anche quella che ha permesso all’uomo di poter arrivare non solo a conoscere i materiali ma a riuscire poi a lavorarli per modificarne gli aspetti e le caratteristiche fisiche/meccaniche a proprio piacimento.